Argentario: l'isola che non c'é
- Leggi il racconto del ToscanaGo tour alla scoperta dell'Argentario (con recensioni sui ristoranti provati)
- Guarda il nostro fotoreportage sulla zona
- MyArgentario: la app del promontorio
Tremila anni fa l'Argentario era l'ottava isola dell'arcipelago toscano: oggi è uno dei promontori più belli del mondo, unito alla terraferma da due strisce di terra (i cosiddetti "tomboli" della Giannella a nord e della Feniglia a sud, due spiagge stupende e lunghissime) e dal ponte che corre sulla diga artificiale fatta costruire nel 1842 dal Granduca Leopoldo II per unire Orbetello a monte Argentario. La laguna che si è formata tra i due tomboli è oggi una zona umida di importanza mondiale che si estende per circa 27 chilometri quadrati e contiene al suo interno un'oasi protetta del WWF (la Riserva naturale Laguna di Orbetello di Ponente e del bosco di Patanella) visitabile in battello oppure a cavallo dopo aver chiesto appositi permessi, la Riserva naturale Laguna di Orbetello che dipende dalla Provincia di Grosseto e la zona di protezione speciale "Laguna di Orbetello".
Simbolo di questa zona molto naturalistica della Toscana sono i fenicotteri rosa della riserva lagunare del WWF e il famoso mulino spagnolo (in realtà costruito dai senesi) che potete ammirare all'inizio della diga leopoldiana appena usciti da Orbetello in direzione Porto Santo Stefano.
Punta Telegrafo, a 635 metri sul livello del mare, è la punta più alta del monte Argentario, dalla vegetazione tipicamente mediterranea con alcune zone terrazzate e coltivate a vigneto (vi si produce il vino doc Ansonica Costa dell'Argentario ottenuto dal vitigno autoctono Ansonica), da cui si possono ammirare alcune isole dell'arcipelago toscano (l'isola d'Elba, Giannutri, l'isola del Giglio e Montecristo) e persino la Corsica.

Il monte Argentario è praticamente una montagna a picco sul mare il cui perimetro, se si eccettuano le piccole spiagge nei pressi di Porto Santo Stefano (dove è possibile visitare l'Acquario Mediterraneo dell’Argentario) e di Porto Ercole, è costituito da una serie di cale e spiaggette praticamente incontaminate visto che sono raggiungibili in alcuni casi attraverso sentieri selvaggi molto impervi ed in altri solo ed esclusivamente dal mare con barche e gommoni: molto belle sono Cala del Gesso (caratterizzata dal colore bianco della spiaggia), i Sassi Verdi (dal fondale color smeraldo vivo), il Mar Morto (che deve il suo nome alle barriere rocciose che creano piscine naturali d’acqua salata in comunicazione con il mare).
ToscanaGo declina ogni responsabilità sull'uso di immagini ed audio presenti nel video. Per qualsiasi violazione di diritti d'autore o altro rivolgersi a Youtube.com sui cui server si trovano i video che la nostra pagina visualizza semplicemente.
Visualizzazione ingrandita della mappa